Le licenze Creative Commons sono strumenti contrattuali attraverso i quali il titolare del diritto d’autore autorizza un numero indefinito di soggetti ad utilizzare l’opera. In questo contesto, il titolare non trasferisce i propri diritti, ma ne concede l’uso a terzi (licenziatari) in conformità a specifiche condizioni. Queste licenze seguono il principio del “alcuni diritti riservati” (“some rights reserved”), permettendo al titolare di stabilire quali diritti conservare e quali mettere a disposizione degli altri. Sebbene siano predisposte da un soggetto terzo (l’organizzazione no-profit Creative Commons) e non da uno dei contraenti, funzionano come condizioni generali di contratto. La loro efficacia si concretizza nel momento in cui l’opera viene utilizzata in base ai termini previsti dalla licenza scelta dal titolare.
Le licenze Creative Commons sono state create grazie all’organizzazione no-profit omonima, Creative Commons (CC), con sede a Mountain View. Questa organizzazione si dedica a incrementare il numero di opere creative condivisibili e utilizzabili legalmente dal pubblico. Creative Commons è stata ufficialmente fondata nel 2001 per iniziativa di Lawrence Lessig, professore di Giurisprudenza presso l’Università di Stanford ed ex docente a Harvard, riconosciuto come uno dei principali esperti di diritto d’autore negli Stati Uniti.
Lessig ha avviato l’organizzazione insieme a Hal Abelson ed Eric Eldred come parte del suo impegno legale nel caso Eldred v. Ashcroft davanti alla Corte Suprema degli Stati Uniti.Il progetto è stato poi sostenuto da un consiglio di amministrazione composto da esperti in diritto informatico e proprietà intellettuale, tra cui James Boyle, Michael Carroll, Molly Shaffer Van Houweling (tutti tra i primi membri dell’Icann), Hal Abelson (docente al MIT), Eric Saltzman (avvocato ed esperto di diritto informatico), Davis Guggenheim (regista), Joi Ito (imprenditore giapponese) ed Eric Eldred, editore di libri di pubblico dominio. Al successo dell’iniziativa hanno contribuito anche numerosi studenti della Harvard Law School.
Le licenze Creative Commons furono ufficialmente lanciate il 16 dicembre 2002 a San Francisco, segnando un importante cambiamento nella gestione dei diritti d'autore. Queste licenze, concepite per consentire una maggiore flessibilità nella condivisione delle opere creative, furono presto riconosciute per il loro valore innovativo. Nel 2004, ricevettero il prestigioso Golden Nica Award al Prix Ars Electronica, nella categoria "Net Vision", a testimonianza del loro impatto culturale e tecnologico. Un momento cruciale fu l'introduzione, nel marzo 2009, della licenza Creative Commons Zero (CC0), che consente agli autori di rinunciare a tutti i diritti sull’opera, rendendola utilizzabile senza restrizioni né obbligo di attribuzione. Nonostante ciò, ad oggi non esiste un registro ufficiale per formalizzare le opere, il che può complicare la dimostrazione della paternità in caso di dispute legali. In tali situazioni, la legislazione prevale sempre sui termini delle licenze Creative Commons. Nei Paesi di civil law, rimane obbligatorio riconoscere la paternità dell'opera, e i diritti morali degli autori, considerati inalienabili, sono sempre tutelati. Un'istituzione importante, l’ iCommons, gestisce il "Commons deed", un riepilogo semplificato delle licenze per renderle più accessibili al pubblico. All'inizio, l'adozione delle licenze Creative Commons risentiva delle differenze tra i sistemi giuridici dei vari Paesi, causando frequenti conflitti legali. Per superare tali ostacoli, nel 2008 si adottò un codice digitale unificato, che armonizzava le licenze a livello globale. Questo sistema garantisce stabilità, dando priorità alle norme nazionali del Paese in cui la licenza viene applicata. L'introduzione di un modello standardizzato ha rafforzato l’efficacia delle licenze Creative Commons, oggi considerate uno strumento fondamentale per promuovere la condivisione e l’accesso universale alle opere creative, nel rispetto delle diverse normative nazionali.
Gli obiettivi di Creative Commons (CC) sono: